martedì 15 giugno 2010

Ottavo

C'è chi si accontenta.
Chi vive per tutta la vita nel luogo in cui è nato.
Chi non ha curiosità per quel che potrebbe esserci altrove.
Chi è felice di vivere con quello che si è costruito intorno, senza accorgersi che la vita che si è fabbricato addosso, è così aderente alla sua persona che un giorno o l'altro potrebbe soffocarlo.

C'è chi è contento di percorrere sempre le stesse strade.
Chi accetta a capo chino ciò che non vuole, solo perché ha paura del suono della propria voce che si alza.
Chi cammina a testa alta senza guardare la gente in faccia veramente.
Chi accetta con rassegnazione quello che la vita gli scodella senza dire "a".

C'è chi non proverà mai niente di diverso, chi non è curioso ed è felice di avere l'indispensabile.
Chi non chiede mai di più, se quel "di più" non è nulla di strettamente necessario alla sopravvivenza.
Chi non legge perché è stanco di sentire la voce di un mondo che non sa esistere.
Chi ha creduto di aver trovato l'amore nella prima persona con la quale ha condiviso qualcosa. Ed ha creduto anche di innamorarsene.

C'è chi non cambia per paura di andare in perdita. O per pigrizia.
Poi c'è chi no.
E io, soprattutto, spero sempre di avere il coraggio di essere una di quest'ultime.

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