lunedì 31 maggio 2010

Sesto

Vediamo di fare una piccola ricerca su Google. Mistica questa cosa, una meta-ricerca, visto che digito "google" sulla pagina iniziale di Google. Insomma un gran casino.
Ecco che si dice su Wiki:
Google (in inglese /ˈguːg(ə)l/ [ˈguːgɫ̩], adattamento italiano /ˈgugol/) è un motore di ricerca per internet; oltre a catalogare e indicizzare il World Wide Web, si occupa anche di immagini, foto, newsgroup, notizie, mappe e video; delle pagine che indicizza, Google mantiene una copia cache.

A causa della sua popolarità, nella lingua inglese è nato il verbo "to google", col significato di "fare una ricerca sul web"; con lo stesso significato, in tedesco è nato il verbo "googeln" e in Italia il verbo "googlare" (pron: guglare) o googolare (pron: gugolare, che recentemente si è imposta come versione autonoma, "gugolare"). Una particolarità di Google è quella che in determinate date il caratteristico logo cambia, proprio come se fosse un calendario, indicando l'avvenimento speciale accaduto quel determinato giorno.


Molto interessante la parte che riguarda la censura che il Google cinese applica ad alcuni siti 'scomodi' per il regime di Pechino:

Il servizio Google News cinese, di recente introduzione, sarebbe modellato sulle necessità di censura del paese orientale. Alcune news appartenenti a siti censurati dal governo di Pechino non verrebbero pubblicate accedendo al portale da una connessione cinese.

Il tutto è emerso grazie alle segnalazioni giunte da un volontario di DynaWeb (proxy che permette agli utenti cinesi un accesso anonimo in grado di svincolarsi dalla potente censura governativa): in base alla località delle ricerche i risultati restituiti sono differenti, ed in particolare sembrano essere tagliate fuori particolari testate.

Con tanto di screenshot viene dunque dimostrato come testate quali http://www.epochtimes.com.au/ o http://www7.chinesenewsnet.com/ non sono rintracciabili tra i risultati quando la ricerca avviene all'interno del territorio cinese.

Secondo quanto riferito da P2Pnet.net, il sito che ha fatto emergere la storia, Google attribuisce ad «una varietà di motivi» la scelta di negare il link ad alcune testate, e tra tali motivi viene citata la fattiva impraticabilità dell'accesso al sito da talune località.

Il primo portavoce delle accuse contro il "Matrix" cinese è Bill Xia, CEO del DIT (Dynamic Internet Technology, il gruppo del servizio DynaWeb), il quale spinge direttamente sulla matrice ideologica i motivi del tutto. L'ipotesi di Xia sembra confermata da alcuni documenti interni pubblicati dal San Francisco Chronicle secondo i quali l'attività nel paese orientale sarebbe vincolata da leggi che arrivano anche a prevedere appositi filtri web per siti dai contenuti illegali.

Ancor più allarmante della notizia di una possibile censura delle notizie, è l'abilitazione nei normali risultati di ricerca del Google cinese del filtro "Safesearch" in modo permanente. Tale filtro ha la funzione di proteggere i minori dal materiale pornografico presente sul web. Se si effettuano però alcune particolari ricerche sul Google cinese, si viene avvertiti che il filtro "SafeSearch" è attivo. La cosa singolare è che le voci in questione sono ad esempio "Dalai Lama", "Falun Gong", assieme alle parole "libertà", "democrazia" e simili.

Altrettanto impressionante la censura relativa al movimento spirituale pacifista "Falun Gong". Il Google occidentale non risparmia le immagini della durezza della repressione del governo cinese ai danni di questa setta che chiede diritti civili e libertà religiosa per il popolo cinese. Sempre come da esempio seguente, il Google orientale restituisce ben altri risultati, riportando siti e commenti alla setta perfettamente allineati alla propaganda di regime.

Dalle pesanti accuse mosse dall'opinione pubblica, Google si difende ribadendo che si tratta semplicemente di controllo di pornografia e materiale illegale. Questo è facilmente smentibile da una prova diretta, eppure Google non modifica le proprie dichiarazioni.

Nel marzo 2010, Google ha deciso di reindirizzare il traffico verso il proprio sito di Hong Kong, eludendo in questo modo la forte censura Cinese. Il sito http://www.Google.com.hk permette di effettuare ricerche non filtrate dal "Great Firewall". Però la censura resta: dalla Cina è ancora impossibile effettuare ricerche scomode per il regime, come quelle sul Tibet.


Una cosa che personalmente mi piace troppo di Google è il suo cambiare logo in occasione di eventi speciali, mettendo al posto della solita scritta multicolore, dei loghi creati appositamente, che abbiano come tema l'evento del giorno. Ad esempio lo scorso 21 maggio, in occasione dei 30 anni del gioco Pacman, è stato messo un "Google" speciale, interattivo, con il quale si poteva giocare con il mitico pallino giallo mangia-mostri... Stranamente, io perdevo come con la versione per pc. Che tristezza...

sabato 29 maggio 2010

Questa mattina mi sono svegliata.... Così!

[AYEAH!]


giovedì 20 maggio 2010

Quinto

Occhei, posso dirlo?! Non ce la posso fare.
Sono un cicinìno indietro, aggiorno il blog ogni morte di papa, quindi vediamo almeno oggi che mi ci son messa giù d'impegno di riprendere un po' le fila del discorso.
Ecco. Manco a dirlo, le fila del discorso suddetto risalgono più o meno a due lezioni fa -...'azz!-, quando al posto del Lelio la seduta di Informatica applicata è stata tenuta da Paolo Ferrandi. Il vice-caporedattore della Gazzetta di Parma, nonché professore di Teorie e Tecniche del Linguaggio Giornalistico proprio per il nostro corso, ha tenuto -da quel che leggo presso il 'vicinato'- una lezione nella quale ha preso in considerazione l'impatto di internet nel mondo dell'informazione, spiegando i vantaggi e gli svantaggi derivanti da un tipo di mezzo quali i giornali online, e facendo anche un excursus su questi ultimi nella storia.

Innanzitutto i pro e i contro dello scontro -sorry per il bisticcio di parole- tra giornali cartacei e giornali online. Se è vero che questi ultimi hanno dalla loro la gratuità, la possibilità di poter raggiungere più lettori e l'immediatezza della notizia -cosa molto utile in occasione di eventi come le elezioni, in cui i risultati possono essere aggiornati al momento-, è anche vero che tante volte il cartaceo 'vince' nello scontro con il fratello tecnologico, proprio in virtù di questa sua caratteristica 'calma'. Il giornalista dell'online, spesse volte, nella tensione di dover dare per primo la notizia, rischia di non riuscire a verificare con cura le proprie fonti, pubblicando in qualche caso notizie 'gonfiate' se non addirittura false.

Ma vediamo un pochino di storia: il primo giornale online al mondo fu il New Observer, mentre in Italia il capostipite fu L'Unione Sarda.
Bisogna però dire che ad oggi questo tipo di giornalismo accende qualche perplessità: ad esempio i giornali online rischiano -più di quelli cartacei- di cadere nella standardizzazione delle notize che propongono, in quanto spesse volte le fonti -agenzie- sono le medesime per tutti. Allo stesso modo il layout delle pagine non differisce troppo da un giornale virtuale all'altro, cosicché i quotidiani consultabili in rete risultano tutti un po' 'già visti' e non riescono a caratterizzarsi con forza rispetto alla propria forma.

Quella online è un tipo di informazione gratuita, ma proprio per questo è sempre più difficile far quadrare i conti: sebbene le redazioni dei giornali in rete siano meno affollate e quindi dispendiose del cartaceo, è anche vero che i giornali online non ottengono introiti se non dalle pubblicità che vengono esposte sulle pagine visualizzate. Quindi "più cliccate = più pubblicità = più finanziamenti". Ovviamente il voler imporre un prezzo al lettore per poter accedere al giornale sarebbe un suicidio, visto che le visualizzazioni crollerebbero e di conseguenza il sito non sarebbe più appetibile per eventuali inserzionisti.

Le limitate riscorse umane dell'online hanno però anche un ovvio risvolto sulla qualità del prodotto: capita infatti che le poche persone che lavorano in una redazione di giornale online, costrette ai ritmi frenetici imposti da questo tipo di giornalismo, possano incappare nella tentazione di servirsi sempre più del copia-incolla per risparmiare tempo e che vengano pubblicate notizie errate a causa del poco tempo disponibile per verificarle.

Ultimo interessante punto è quello riguardante il cosidetto "boxino morboso", ovverosia un riquadro presente nelle home dei giornali online che contiene le notizie più lette all'interno del sito. L'obiettivo principe del giornale online è quello di guadagnare in cliccate e questo 'scatolino' è stato appunto creato a mo' di specchietto per le allodole, seguendo il ragionamento che dove già hanno curiosato in tanti, con ogni probabilità si fermeranno volentieri anche gli avventori successivi.

venerdì 7 maggio 2010

Quarto

Ps: Arrivo in ritardo su tutto. Dovrò vedere di aggiornare questo blog più spesso. Mpf.

Terzo

Dove eravamo rimasti?

Ah, sì, ecco... La versione online di Repubblica. Visto che oramai ogni forma di conoscenza passa da quello, la prima cosa che ho fatto per esaudire il prof. Alfonso -mi è stato riferito che la richiesta era di descrivere come fosse cambiato negli ultimi tempi il sito- è stata quella di 'googleare' (termine orribile quanto funzionale) l'oggetto in questione: "Repubblica". Intro: "La Repubblica è un quotidiano italiano, con sede in Roma, appartenente al Gruppo Editoriale L'Espresso.
È il secondo quotidiano d'Italia per diffusione, dopo il Corriere della Sera di Milano". Eccetera eccetera et cetera. Segue lunga trafila di fatti et misfatti legati alla testata, ma in tutto questo nulla mi viene detto del sito legato all'edizione cartacea. Va beh, farò da sola, giacché io, di Repubblica, ero un'accanita lettrice -sia della versione virtuale che di quella 'tangibile'-, almeno fino a quando la mia vita non ha cominciato ad essere fagocitata dalle stanze della redazione dove ad oggi passo lunghe ore della mia giornata.

Vediamo... Non apro da un po' di tempo il sito, ma www.repubblica.it è ancora lì, tra i "preferiti".
Sì, in effetti qualcosa di diverso c'è... anche se, ora, ricordarmi cosa di preciso, diventa impresa ardua. Innanzitutto mi sembra che l'intestazione dell'home page sia più ariosa, devono essere spariti dei banner o qualcosa del genere, insomma, tutto questo bianco prima mi sa che mica c'era. Poi dev'essere cambiata l'impaginazione delle notizie: credo che prima le notizie principali occupassero una colonna sulla sinistra, mentre ora -a parte l'articolo di apertura e i due immediatamente sotto- le notizie del giorno sono state spostate al centro. I lati della home sono occupati sulla sinistra dai link alle edizioni locali di Repubblica o spazi dedicati a meteo, borsa, oroscopo e via dicendo, mentre la parte di destra è dedicata a tre temi: Internet, Cinema e Allergie (anche se devo ammettere che quest'ultimo non l'ho proprio capito...).

Insomma, Repubblica.it offre di tutto un po'. Da notare nel sito del giornale è lo spazio che viene dedicato all'iniziativa del lettore: la multimedialità è qui molto curata, con la possiblità per l'internauta di scoprire spazi dedicati alle proprie 'materie' preferite. Verso il fondo della pagina trova posto Repubblica Tv, anche questa un'iniziativa che se non sbaglio è stata attivata di recente, e che ammicca al lettore, per aumentare il livello di interattività della navigazione -altro punto a favore lo spazio "Blog dei lettori"-. Quindi la Repubblica online vince perché riesce ad essere un sito user friendly e allo stesso tempo molto teso alla partecipazione del lettore. Complimenti!

domenica 2 maggio 2010

Secondo

Arf! Arf! Arf!

Ci sono, ci sono! O meglio, cerco di esserci, di arrivare dove posso, ma come ben si vede... Il mio blog langue, sono rimasta indietro su un sacco di cose e oggi aprendo la mia pagina -AH!- mi son quasi 'presa male' nel vedere quanta gente mi aveva aggiunta tra i 'seguiti': cosa mi son persa?!?

Uhm... Ovvio che mi son subito data da fare, così anche io ho web-viaggiato per qualche minuto tra i vari blog degli amici di banco, e... AH! Cavolo, mi son persa proprio un sacco di cose delle lezioni dell'Elio. Ah, no, del LELIO. Ché all'inizio mi ero un po' confusa con la natura del nome.

È che io... Uffi... Io.... Io non ce la faccio! Proprio non ce la faccio!
La costanza non è esattamente il mio forte, e così anche il mio amato bloghettino, la mia creaturina interattiva, stava già rischiando di morire, defunta sotto ai colpi della mia pigrizia. Insomma, diciamocela tutta: nun ci ho voglia. Gn' 'a fo (permettetemi ogni tanto di rispolverare i quattro anni passati a Siena), l'idea di 'dover' aggiornare una cosa con certe scadenza, con una certa coerenza e costanza.... AHHHHH!!!!!!!!!!!! Mi manda fuori di testa.

Tutto questo panegirico per giustificare alcune sparizioni che potrebbero verificarsi da queste parti. Questione di tempo. Prima o poi tornerò a farmi viva.
ANCHE SE. Anche se, devo dire, mi rendo ben conto che la costanza premia. Per il blog, ad esempio, aggiornare i post con una breve scadenza di certo fidelizza i lettori. Se un potenziale fruitore/fan del tuo blog si trova a passare dalle parti del tuo angolo personale e legge qualcosa che gli interessa, forse vorrà ripassare a darci un'occhiata entro poco. Bene, supponendo che quello stesso personaggio ripassi da voi dopo una settimana (tipo) e voi nel frattempo non avrete aggiornato, quello se ne andrà deluso, probabilmente non tornerà per un secondo tentativo. Così come, se avete già dei lettori affezionati, dargli la certezza/viva speranza che aggiornete costantemente e periodicamente le vostre pagine lo gratificherà a tal punto che con ogni probabilità il piccolo internauta arriverà anche a farvi la gentilezza di lasciare un commentuccio (tsé!).

Beh, beh... Dicevamo?
Eh, mi sono persa in elucubrazioni ben inutili. Dicevo che son rimasta indietro come i ciucci, quindi mi impegnerò seriamente a leggere tutto quello che mi son persa dagli altri blog dei Compagnidicorso e poi a riaggiornare con i 'compiti' fatti pure il mio. Avevo sentito dire qualcosa (tempo immemore fa) di Repubblica. Bene. A tra poco.
Cià.