giovedì 20 maggio 2010

Quinto

Occhei, posso dirlo?! Non ce la posso fare.
Sono un cicinìno indietro, aggiorno il blog ogni morte di papa, quindi vediamo almeno oggi che mi ci son messa giù d'impegno di riprendere un po' le fila del discorso.
Ecco. Manco a dirlo, le fila del discorso suddetto risalgono più o meno a due lezioni fa -...'azz!-, quando al posto del Lelio la seduta di Informatica applicata è stata tenuta da Paolo Ferrandi. Il vice-caporedattore della Gazzetta di Parma, nonché professore di Teorie e Tecniche del Linguaggio Giornalistico proprio per il nostro corso, ha tenuto -da quel che leggo presso il 'vicinato'- una lezione nella quale ha preso in considerazione l'impatto di internet nel mondo dell'informazione, spiegando i vantaggi e gli svantaggi derivanti da un tipo di mezzo quali i giornali online, e facendo anche un excursus su questi ultimi nella storia.

Innanzitutto i pro e i contro dello scontro -sorry per il bisticcio di parole- tra giornali cartacei e giornali online. Se è vero che questi ultimi hanno dalla loro la gratuità, la possibilità di poter raggiungere più lettori e l'immediatezza della notizia -cosa molto utile in occasione di eventi come le elezioni, in cui i risultati possono essere aggiornati al momento-, è anche vero che tante volte il cartaceo 'vince' nello scontro con il fratello tecnologico, proprio in virtù di questa sua caratteristica 'calma'. Il giornalista dell'online, spesse volte, nella tensione di dover dare per primo la notizia, rischia di non riuscire a verificare con cura le proprie fonti, pubblicando in qualche caso notizie 'gonfiate' se non addirittura false.

Ma vediamo un pochino di storia: il primo giornale online al mondo fu il New Observer, mentre in Italia il capostipite fu L'Unione Sarda.
Bisogna però dire che ad oggi questo tipo di giornalismo accende qualche perplessità: ad esempio i giornali online rischiano -più di quelli cartacei- di cadere nella standardizzazione delle notize che propongono, in quanto spesse volte le fonti -agenzie- sono le medesime per tutti. Allo stesso modo il layout delle pagine non differisce troppo da un giornale virtuale all'altro, cosicché i quotidiani consultabili in rete risultano tutti un po' 'già visti' e non riescono a caratterizzarsi con forza rispetto alla propria forma.

Quella online è un tipo di informazione gratuita, ma proprio per questo è sempre più difficile far quadrare i conti: sebbene le redazioni dei giornali in rete siano meno affollate e quindi dispendiose del cartaceo, è anche vero che i giornali online non ottengono introiti se non dalle pubblicità che vengono esposte sulle pagine visualizzate. Quindi "più cliccate = più pubblicità = più finanziamenti". Ovviamente il voler imporre un prezzo al lettore per poter accedere al giornale sarebbe un suicidio, visto che le visualizzazioni crollerebbero e di conseguenza il sito non sarebbe più appetibile per eventuali inserzionisti.

Le limitate riscorse umane dell'online hanno però anche un ovvio risvolto sulla qualità del prodotto: capita infatti che le poche persone che lavorano in una redazione di giornale online, costrette ai ritmi frenetici imposti da questo tipo di giornalismo, possano incappare nella tentazione di servirsi sempre più del copia-incolla per risparmiare tempo e che vengano pubblicate notizie errate a causa del poco tempo disponibile per verificarle.

Ultimo interessante punto è quello riguardante il cosidetto "boxino morboso", ovverosia un riquadro presente nelle home dei giornali online che contiene le notizie più lette all'interno del sito. L'obiettivo principe del giornale online è quello di guadagnare in cliccate e questo 'scatolino' è stato appunto creato a mo' di specchietto per le allodole, seguendo il ragionamento che dove già hanno curiosato in tanti, con ogni probabilità si fermeranno volentieri anche gli avventori successivi.

1 commento:

  1. Ciao sono Alessia, una tua collega di corso (e anche io ho lo stesso problema con l'aggiornamento del blog ogni morte di papa)...comunque, non avendo seguito le lezioni il mio blog "Parole in libertà" non compare nella lista inviata dal prof...mi potresti aggiungere al tuo elenco?
    http://culturapartenopea.blogspot.com/

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